Mobilità n.7 del progetto Euro ALTERmobility
Partecipante: Francesco Benetti
Destinazione: Parigi, Francia
Corso: Autonomy2016
Sono andato a vedere come saranno le nostre città nel futuro e quello che ho visto mi è piaciuto. Parigi ha ospitato il festival/conferenza di Autonomy sulla mobilità urbana, e Autonomy ha a sua volta ospitato me e ReBike nel raccontare i nostri progetti e le nostre idee. Allora andiamo. Riattivo il mio account twitter, che dormicchia da un paio d’anni, e cerco di capire quanto quello che mi troverò davanti sarà una novità, quanto solo una ripetizione in francese di concetti già visti. L’arrivo promette bene.
Parigi è una delle città europee che più si sta sfozando di cambiare la cultura della mobilità urbana, e ogni passo te lo ricorda. La sindaca Anne Hidalgo ne sta facendo una battaglia vera, con investimenti enormi che stanno trasformando la città. E se a una delle reti di metro e treni leggeri più estese d’Europa aggiungi car sharing, car pooling, Uber, bike sharing OVUNQUE, piste e corsie ciclabili, zone 30, intermodalità e la giusta comunicazione, ne viene fuori che ti ritrovi a quella che dovrebbe essere l’ora di punta in una delle rotonde cruciali del traffico cittadino come Place d’Italie, e ti sembra di attraversare un incrocio secondario di un tranquillo quartiere secondario.
Arrivo alla conferenza e capisco che non mi sono preparato per quello che sto per trovare. Intorno a me sfrecciano monopattini, alcuni troppo veloci per non essere elettrici, “monoruote”, e ogni sorta di strumento a propulsione elettrica o umana. Sembra di entrare in una di quelle grandi esposizioni universali dove all’inizio del secolo scorso venivano presentate le grandi invenzioni che avrebbero rivoluzionato le nostre vite. Abituiamoci all’idea di abbandonare i nostri mezzi privati a motore: quello che abbiamo auspicato, desiderato e sognato per le nostre città, e quello per cui da anni partecipiamo a riunioni, eventi e manifestazioni, è ormai una tendenza delle nostre società, del mercato, delle istituzioni. Chi più tardi se ne lascerà travolgere, più tardi semplicemente ne godrà i frutti.
In tre giorni ho potuto partecipare grazie all’ospitalità di Autonomy e al progetto Euro Altermobility a molte conferenze e workshop su come le nostre città stanno cambiando e come siamo noi i protagonisti di questo cambiamento. Ma ancora più interessante è stato conoscere e poter provare con mano tanti di quegli attori e tanti di quegli strumenti. Dagli startupper di mezza Europa che dall’idea di sharing, di condivisione, stanno facendo nascere mille diverse realizzazioni – sempre meno oggetti e proprietà privata, sempre più servizi, uso condiviso e sostegno reciproco – arriva netta la percezione che stiamo andando verso società più interconnesse, meno atomizzate, dove le relazioni sono sempre più umane. È un bel messaggio in un momento in cui sembriamo molto indaffarati ad alzare muri e incomprensioni.
E poi c’è la prova pratica di questi mezzi di trasporto che sembrano usciti da un (bel) film di fantascienza. La prima volta che sali sulla monoruota, che ha anche un nome tecnico ma io preferisco chiamarla così, la prima volta che ci sali dicevo, cadi. Dicono che basta mezz’ora per muovertici agevolmente, io quello che posso dirvi è che cinque minuti non bastano. Ma monopattini e affini, mi dico, sono perfetti in una città in cui devi fare a piedi piccoli spostamenti, solo fino alla prossima stazione di metro, dietro l’angolo, o al prossimo bike sharing. A Roma, tra salite, buche, strade intasate, il monopattino perde di attrattiva. Ma la sezione di bici pieghevoli, elettriche, leggere, resistenti, e di motorini elettrici, silenziosi, e ogni possibile via di mezzo, è enorme e fiorente, segno di un mercato veramente in ebollizione. E in linea con tutto questo c’è la sezione di SNCF, le ferrovie francesi, che ad Autonomy presenta una nuova idea di stazione ferroviaria, che diventi luogo di incontro e non solo di passaggio, nuovo centro urbano di quella città del futuro in cui il cambiamento della modalità di trasporto porta, inevitabilmente, il cambiamento delle relazioni tra le persone: più lente, più efficienti, più vere e umane.
Benvenuti.