Mobilità n. 1 del progetto EURO Altermobility

Partecipante: Federico Spano

Destinazione: Francia

Corso: Velocity 2015

Le conferenze “Velocity” rappresentano uno degli appuntamenti più stimolanti per gli amanti della bicicletta, i ciclisti urbani, i pianificatori e i politici illuminati che hanno deciso di scommettere sullo sviluppo dello spazio urbano mettendo al centro le persone invece che i veicoli.

Velocity 2015, come sempre co-organizzata dalla European Cyclist Federation (ECF), si è tenuta nel sognante contesto della città di Nantes. La città della Loira, ex capitale della Bretagna, è stata quasi interamente ricostruita dopo i pesanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e per questo rappresenta un interessante esempio di pianificazione urbanistica post guerra.

Rispetto agli anni passati salta subito all’occhio la massiccia presenza degli attivisti sud americani, probabilmente ancora in un momento trans-agonistica dopo il grande successo del Foro Mundial de la BiciclettaParticolarmente attiva la delegazione brasiliana, che tutti i giorni realizza una diretta streaming per coinvolgere tutti coloro che non hanno potuto affrontare il viaggio fino a Nantes con interviste e dibattiti accessibili a chiunque abbia un pc e una connessione internet. Un buon esempio di come la bicicletta sia un mezzo per creare integrazione.

Come sempre il ruolo dei primi della classe viene riservato a Danesi, Olandesi seguiti a ruota da Francesi e Tedeschi. Infatti, se da un lato la Danimarca dimostra di non aver nessuna voglia di “adagiarsi sugli allori” presentando un nuovo piano quinquennale per lo sviluppo della mobilità ciclabile, i risultati ottenuti da Parigi, Nantes, Lille sono sotto gli occhi di tutti.

Per il resto Velocity2015 è stata una favolosa boccata d’ossigeno. Immergersi per 4 giorni in una fiera riempita con piu di 1500 “Cycling Dreamers” è qualcosa che dona energia e voglia di continuare a lottare sul territorio italiano. L’altra faccia della medaglia è quella della dura realtà con cui ci troviamo a combattere. Velocity2015 è stato un buon esempio di come, se nel resto d’Europa la ciclabilità, soprattutto in ambito urbano, è riconosciuta come un fattore trainante dello sviluppo economico e del territorio, in Italia la stessa è ancora una materia che afferisce al volontariato. Due esempi:

  • La delegazione italiana è costituita principalmente da rappresentanti di associazioni: FIAB, noi di ReBike ALTERmobility e Salvaiciclisti Bologna, accompagnate da tre aziende, che in modo diverso hanno a che fare con il settore della bicicletta (Trasporti e Territorio, SRM Bologna e BiciInCittà) e dalla testata giornalistica BikeItalia. Totalmente assenti, come del resto 2 anni fa a Vienna, politici, amministratori locali e tecnici dell’amministrazione pubblica.

  • Come rappresentante di ReBike ho presentato il progetto English Kitchen all’interno 20150603_153501della sessione “Inclusive cycling”. Il mio intervento è stato preceduto dalla presentazione di Irvin Keith, che ha illustrato un progetto formativo realizzato da Cycling Scotland durante un anno che ha avuto come beneficiari 500 bambini con un finanziamento di 140.000 sterline. English Kitchen ha coinvolto 400 bambini con un finanziamento di 13.000 Euro. Questi numeri possono inquadrare bene la dimensione del problema: giochiamo a due giochi differenti.

Fa specie l’assenza degli amministratori e tecnici romani. A più riprese L’AD di Roma Servizi per la Mobilità e l’Assessore Improta, negli ultimi 15 mesi, hanno annunciato l’imminente lancio del bando del Bike Sharing a Roma e la realizzazione del pacchetto di Bike lanes per iniziare a rendere la città Eterna uno spazio vivibile. Come si può pensare, quindi, di non partecipare ad un evento così importante per prendere scelte strategiche per il futuro della città? L’unica fortuna di Roma è quella di vivere nel medioevo della mobilità sostenibile, il che porta a non dover fare incredibili voli pindarici per programmare e realizzare le infrastrutture ciclabili. Basta guardare ai migliori e adattare soluzioni già testate al proprio contesto locale, ma se non c’è neanche la voglia di guardarsi in giro le speranze di successo sono davvero poche.

Cosa porto a casa da questo Velocity? La convinzione di come la città sia un sistema complesso per cui non esiste “La soluzione”. Dire che a Roma il problema della ciclabilità urbana si possa risolvere solo con le piste ciclabili, o solo con le zone 30 o solo con le corsie significa avere una visione miope del problema. È necessario un approccio olistico e ben disegnato alle specificità di ogni Municipio, quartiere e strada.

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#euroaltermobility: Velocity2015, a Nantes ciclisti di tutto il mondo a confronto
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Un pensiero su “#euroaltermobility: Velocity2015, a Nantes ciclisti di tutto il mondo a confronto

  • 11 Giugno 2015 alle 13:33
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    “…la città sia un sistema complesso per cui non esiste “La soluzione”. Dire che a Roma il problema della ciclabilità urbana si possa risolvere solo con le piste ciclabili, o solo con le zone 30 o solo con le corsie significa avere una visione miope del problema. E’ necessario approccio olistico e ben disegnato alle specificità di ogni Municipio, quartiere e strada.”
    Mi associo pienamente

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