L’annuncio, la speranza, la beffa. E tutto rimane come era prima: solo asfalto e auto. Su via Prenestina a Roma, là dove sarebbe dovuta spuntare una bike lane, non ci sono né spazio né soldi per le biciclette.

Per l’ennesima volta la giunta che si era fatta portatrice di novità per quanto riguarda la mobilità sostenibile ha fallito, illudendo quanti avevano visto nella creazione di una bike lane sulla Prenestina un barlume di speranza, un segnale di cambiamento dal punto di vista della mobilità romana. 

biciRipercorriamo i fatti. A luglio 2015 partono i cantieri per il rifacimento del manto stradale di via Prenestina nel tratto via di Porta Maggiore – via Palmiro Togliatti: “un segmento fondamentale per scaricare migliaia e migliaia di automobili, una questione importante per la qualità della vita delle romane e dei romani”, aveva detto il sindaco Ignazio Marino dando il via all’opera. E proprio in quella occasione, sindaco e assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Pucci avevano annunciatola creazione di percorsi ciclabili, compiuti con la metodologia della bike lane (corsia ciclabile formalmente promiscua) e un’adeguata segnaletica”.

Ma già dal 1 ottobre, con i lavori in parte terminati, RomaToday denunciava la mancanza di segnaletica adeguata ad una bike lane. Dall’assessorato ai lavori pubblici  precisavano che “i cantieri non sono ancora terminati”, per cui una speranza per la bike lane ancora c’era. Ora, arrivati a fine ottobre è chiaro che per la bike lane della Prenestina non c’è nulla da fare, come dimostrano le foto di RomaCiclista.

Nonostante le tante possibilità che ci sarebbero da vagliare per creare una pista o una corsia per le biciclette, a Roma ancora una volta i soldi che sono mancati sono quelli per la mobilità sostenibile (che nel caso delle bike lane sono davvero pochi: è anche per questo che sono un’idea funzionale adottata ovunque). Un problema di soldi che maschera a fatica il problema vero: la mancanza di progettualità e di lungimiranza da parte dell’amministrazione e in particolare del Dipartimento mobilità di Roma. 

“Lo scorso anno come Municipio, con il contributo di alcuni volontari, immaginammo e disegnammo alcuni interventi (assi ciclabili e ricuciture) da realizzare per una rete ciclabile municipale connessa con il resto della città”, ha spiegato su Facebook Giovanni Assogna, assessore alla mobilità del V municipio. “A luglio 2015 il Sindaco Marino e l’Assessore Pucci, all’avvio dei lavori di rifacimento del manto stradale sulla Prenestina, annunciarono la imminente realizzazione della corsia ciclabile sulla nostra consolare. Poi l’indecisione del Dipartimento mobilità di Roma Capitale; poi le dimissioni del Sindaco; poi il direttore dei lavori agli arresti domiciliari…

Senza dimenticare le dichiarazioni di Stefano Esposito, assessore alla mobilità di Roma, che in un incontro con i ciclisti aveva fatto capire quanto fosse inadeguato e male informato: “Io le bikeline non ve le faccio. Ve lo dico con molta franchezza. Con me assessore non ci sarà un solo centimetro di ciclabile disegnata in terra […] Non intendo avere i morti gratis sulle strade. Niente piste ciclabili se non sono protette, ma protette costano e al momento sono l’ultima delle priorità.”

Certo, una mobilità sostenibile è l’ultima priorità in una città come Roma, dove una pioggia neanche troppo violenta mette in tilt le metropolitane e il traffico cittadino, dove gli autobus non hanno corsie preferenziali per muoversi più facilmente, dove la seconda fila delle auto è parcheggio autorizzato.

Bike lane e piste ciclabili non sono un vezzo dei ciclisti urbani: sono il modo che ovunque nel mondo e in Europa è stato applicato con successo per muoversi in sicurezza togliendo auto – e quindi traffico, smog e stress – dalla strada, sono una questione di rispetto per quanti scelgono un metodo alternativo per spostarsi nella città. Sono un dovere che ogni istituzione sana di mente dovrebbe mettere tra le priorità.

Via Prenestina, cronaca di una bike-lane annunciata e mai realizzata
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