8 marzo 2014, I Diari della Bicicletta (qui un report della giornata e il sito del progetto) vanno su strada a percorrere la via Casilina, da via Palmiro Togliatti verso il centro. Obiettivo? Verificare le condizioni del percorso scelto ogni giorno (loro malgrado) da molti ciclisti, e le possibili soluzioni ai problemi esistenti. Tanti i problemi individuati, dall’eccessiva velocità delle macchine soprattutto nel primo pezzo, all’assenza quasi totale della segnaletica orizzontale (strisce e corsie), alla mancanza di uno spazio per i ciclisti, che sono costretti a scegliere tra il pericolo della carreggiata delle macchine e la scomodità del marciapiede, in alcuni tratti non percorribile, e comunque sempre in promiscuità con i pedoni, quindi soluzione non ottimale. Le soluzioni? Una corsia ciclabile sulla strada, corsie ben delineate per rallentare le macchine, che si fermerebbero comunque di lì a pochi metri al primo semaforo, sistemazione del manto stradale che in molti punti è pessimo, regolazione della sosta selvaggia in avvicinamento al primo centro abitato, Tor Pignattara.
Svoltando sulla Casilina, i pedoni già sono invisibili, in più non si vedono neanche le strisce e le macchine prendono la curva piuttosto velocemente…
il ciclista è indeciso, il marciapiede è stretto e alla sua sinistra corrono 3-4 corsie di macchine, non delimitate a terra: urge una suddivisione più precisa degli spazi!
Siamo alla nuova stazione della Metro C, ci prova a salire sul marciapiede, ma quando la metro aprirà non sarà più un’opzione fattibile
Il marciapiede continua a ostacoli…
…alberi…
…e pali della luca: non è adatto alle bici, è evidente.
Ma d’altra parte sulla strada spazio per le bici ce ne sarebbe a volontà in questo tratto, dove le macchine però sono lasciate libere di correre senza corsie nè rallentatori, 500 metri di autostrada praticamente.
Arrivando all’incrocio con Tor de Schiavi l’autostrada Casilina si sdoppia: 3 corsie continuano dritte, ma si fermano al semaforo (aveva senso arrivare a 100 km/h per fare 500 metri e fermarsi?). Chi svolta a destra ha una piccola parabolica su cui prendere velocità, salvo inchiodare se trova il semaforino pedonale rosso…
Ma non c’è quasi pericolo: il semaforo per pedoni ha tempi biblici.
L’attraversamento per pedoni e bici sarebbe promiscuo, con semaforino biblico e strisce invisibili, più rotaie del trenino.
Il marciapiede sembra largo, ma la strada è ancora larghissima: perchè mischiare pedoni e bici quando ognuno potrebbe avere il suo spazio?
All’altezza della stazione di Centocelle, spazio in abbondanza
Rallentatori urbani?
Di necessità virtù, rampa sul marciapiede autoprodotta
Il marciapiede sembrava una soluzione, ma arrivando al primo bar il parcheggio diventa necessario (e ovviamente casuale)
Sulla strada però spazio ce n’è ancora!
Rallentatori urbani 2, stavolta però è sul marciapiede, inspiegabilmente
Qui ci starebbe benissimo la “casa avanzata” per la partenza anticipata delle bici al semaforo.
Spazio per le bici con corsia ciclabile in carreggiata: c’è.
anche perchè sul marciapiede, che pure è largo e poco utilizzato, gli scivoli non sono stati pensati.
il marciapiede è largo costeggiando Villa De Sanctis e le bici vi si rifugiano: sembra non esserci più spazio in strada…
…ma da questa inquadratura si vede che spazio a destra delle macchine ce ne sarebbe. (e non farebbe male una ripassata alle strisce..)
E infatti poco più avanti le corsie rimangono due, ma c’è spazio per una fila di parcheggi!
Il marciapiede qui è larghissimo e c’è di tutto: macchine parcheggiate, bici, pedoni, negozi… non è possibile una divisione degli spazi?
svolta a destra, servirebbe una bella ripassata delle strisce pedonali…
spazio per le bici non ce n’è, ma per la seconda fila dei parcheggi si!
